Il 10 giugno 2025, il Senato francese ha approvato a larga maggioranza una legge rivolta alle piattaforme di ultra-fast fashion come Shein e Temu, con sede in Cina, introducendo divieti pubblicitari e nuove obbligazioni ambientali. La normativa mira a contrastare i danni ambientali provocati dalla produzione di abbigliamento a basso costo e su larga scala, introducendo restrizioni specifiche per le piattaforme extra-UE.
La versione del Senato distingue tra “ultra” fast fashion e i marchi europei di fast fashion “classica” come Zara e Kiabi, suscitando critiche da parte dei gruppi ambientalisti che la considerano troppo indulgente. Secondo la proposta, entro il 2030 i prodotti non conformi potrebbero essere soggetti a sanzioni di almeno 10 € per articolo o fino al 50% del prezzo di vendita.
Il senatore Jean-François Longeot ha affermato che la legge mira a responsabilizzare le aziende per il loro impatto ambientale e sociale. Shein, dal canto suo, ha difeso il proprio modello definendolo sostenibile e ha criticato la proposta.
Il testo verrà ora sottoposto alla Commissione Europea, seguito dalla costituzione di una commissione mista tra il Senato e la Camera bassa per trovare un accordo. I sostenitori sperano che la legge possa diventare un modello a livello europeo, anche se alcuni attivisti ambientali ritengono che non affronti adeguatamente le cause strutturali. In questo contesto, marchi francesi in difficoltà come Jennyfer e NafNaf potrebbero beneficiare di un ambiente competitivo più equilibrato.